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Cuocere il riso tagliando le calorie

26 Marzo 2015

cuocere il riso tagliando le calorie
Una ricerca appena presentata da un team dello Sri Lanka al 249° meeting annuale dell’American Chemical Society presenta un nuovo metodo di cottura  del riso in grado di ridurre  a circa il 50% l’assimilazione dei carboidrati da parte del piccolo intestino.
La tecnica, semplice e a portata di chiunque, consiste nell’aggiungere all’acqua in ebollizione una quantitativo di olio di cocco pari al 3% del peso del riso crudo. Una volta terminata la cottura, il riso dovrà essere raffreddato in frigorifero fino a 12 ore.
Tale processo consentirebbe di convertire alcuni degli amidi contenuti nel riso in una forma non scindibile dagli enzimi digestivi.
Gli amidi resistenti, infatti,  vengono gestiti più come fibre che come carboidrati nell’ intestino tenue, nel quale, normalmente, i carboidrati vengono scissi in glucosio ed altri monosaccaridi prima di passare al flusso ematico. I ricercatori hanno dunque ritenuto che se avessero potuto convertire gli amidi digeribili in amidi resistenti ciò avrebbe potuto ridurre le calorie utilizzabili dal riso.
Il riso è infatti uno degli alimenti più ricchi di amidi e, come è noto, ogni volta che l’organismo converte i carboidrati in glucosio, questo viene trasformato in glicogeno, un polisaccaride stoccato nel tessuto muscolare ed epatico come riserva energetica, che verrà riconvertito in glucosio al bisogno.
L’eccesso di glucosio che non viene convertito in glicogeno finisce per essere stoccato come grasso, come avviene normalmente in un’alimentazione troppo ricca in carboidrati e non supportata da adeguata attività fisica.

Il processo di raffreddamento altererebbe l’architettura degli amidi anche in alcuni vegetali, come le patate dolci e i piselli, secondo un precedente studio pubblicato nel 2009
Inoltre, un successivo riscaldamento degli alimenti sottoposti a questo trattamente, non determina una riconversione degli amidi.

 

Ma è davvero possibile cuocere il riso tagliando le calorie?

I risultati di questa ricerca possono certamente apparire affascinanti, tuttavia è bene ricordare che la risposta metabolica nell’uomo non è necessariamente identica a quanto osservato in uno studio in vitro, come quello appena descritto, inoltre , sebbene la prospettiva di adoperare una simile tecnica possa apparire come una grande opportunità per contrastare l’obesità, sono necessari ulteriori approfondimenti e sperimentazioni allo scopo di ottenere dati applicabili su grande scala.

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  • Erica Di Paolo
    20 Aprile 2015 at 7:52

    Tu mi piaci ^_^ Arrivo a te grazie a Stefy e alla sua torta proteica e già mi sento travolta ^_^